La depressione Post-Partum: domande e risposte su questo disturbo depressivo maggiore legato alla gravidanza

Dott.ssa Laura Parlavecchio

La Depressione post partum (DPN) è una forma di Depressione Maggiore, che colpisce il 10-15% delle donne che hanno portato a termine la gravidanza, non necessariamente dopo il primo figlio (...)

Scopri di più sulla Depressione Post-Partum: quali sono i sintomi, come si diagnostica, come si manifesta, quali sono i fattori scatenanti e quali possono essere le strategie terapeutiche.

Cos’è la depressione post-partum?

La Depressione post partum (DPN) è una forma di Depressione Maggiore, che colpisce il 10-15% delle donne che hanno portato a termine la gravidanza, non necessariamente dopo il primo figlio.

Insorge entro le prime quattro settimane fino ai primi tre mesi dal parto senza sintomi psicotici. Viene considerata una forma particolare di un Disturbo Depressivo Maggiore.

Si distingue dal cosiddetto “Baby Blues”, che si manifesta più precocemente, dopo 3-4 giorni dopo il parto, è di breve durata e colpisce quasi il 90% delle donne, manifestandosi con instabilità emotiva e pianto.

Come si manifesta?

La DPN si manifesta con un complesso corteo di sintomi, che coinvolgono la sfera affettiva, cognitiva, comportamentale e la regolazione di meccanismi fisiologici.

All’instabilità emotiva e alla facilità al pianto, si aggiungono la disperazione e i sentimenti di vuoto e di inutilità della propria vita, la mancanza di interesse nelle attività, il calo alla partecipazione emotiva e il progressivo ritiro sociale.

Di grande rilevanza è la componente ansiosa e l’incapacità a provare felicità e appagamento nelle relazioni parentali. La donna si sente inadeguata e incapace di far fronte alle problematiche inerenti la cura del figlio, si sente in colpa fino a iniziare a elaborare idee di suicidio.

Il sonno, l’appetito sono ridotti e disturbati e la donna si sente affaticata e debole.

Ci sono soggetti predisposti a svilupparla?

I soggetti più a rischio sono quelli con familiarità di Disturbi Depressivi, con Struttura di Personalità con tratti di dipendenza, con riferimenti genitoriali instabili o disconfermanti.

Si può diagnosticare già durante la gravidanza?

Esistono degli strumenti di valutazione psicologica, che insieme all’osservazione clinica, permettono di individuare e monitorare precocemente alcuni importanti fattori di rischio.

Ci sono dei fattori scatenanti?

Il passaggio di ruolo da figlia/moglie a madre è un evento rivoluzionario nell’equilibrio psichico della donna, perché rimette in discussione ogni tipo di relazione, cambiando l’ordine gerarchico delle priorità.

Il rapido cambiamento dell’assetto ormonale durante il parto e l’immediato periodo successivo possono già da soli favorire una oscillazione in senso negativo del tono dell’umore (Baby Blues).

La solidità della Struttura dell’Io della donna e il supporto di un partner presente e attento sono i presidi indispensabili per consentire a tale evento uno sviluppo positivo e ricreare in breve su tali basi un nuovo equilibrio psichico e relazionale all’interno del nucleo familiare.

Quindi un rapporto di coppia conflittuale, la percezione di non avere il supporto affettivo adeguato e un vissuto infantile problematico costituiscono importanti fattori di rischio, che un evento stressante può fare conflagrare nella DPN.

Come si cura?

Intervenendo precocemente al primo presentarsi del fattori di rischio con un supporto psicologico, informando i familiari e iniziando un percorso di cura, che nei casi più severi prevede anche un trattamento farmacologico.

Cosa possono fare i familiari della neomadre per una diagnosi precoce o per aiutare una donna che ha già manifestato i primi sintomi?

Ponendo la massima attenzione sul suo comportamento, considerando seriamente le variazioni del tono dell’umore e non sottovalutando le paure e la ansie espresse dalla neomamma, interpretandole superficialmente come meri tentativi di attirare attenzione.

Non sottovalutare il presentarsi di disturbi del sonno e le dichiarazioni di difficoltà ad organizzare la quotidianità. Non temere la malattia, sperando che passi da sola, né farsi fermare dal pregiudizio, ma chiedere aiuto al Medico curante e contattare il Centro Psico-Sociale più vicino.

L’obiettivo è quello creare intorno alla neomamma una rete di sopporto e solidarietà che spezzi l’isolamento emotivo nel quale spesso le donne si sentono relegate. Questo richiede il coinvolgimento sì dei familiari, ma anche di tutti gli Operatori sanitari e sociali.

La progressiva sensibilizzazione e l’informazione sono gli unici presidi che ci potranno permettere di sconfiggere la paura di affrontare un disagio psichico grave, che, se non curato, è sempre stato fonte di inenarrabili sofferenze private e anche di tragedie.

Presso Benacus Lab troverai un team di psichiatri, psicologi e psicoterapeuti che ti aiuteranno nel tuo percorso passo per passo, per imparare a gestire il delicato momento di passaggio alla vita da neomamma.

 

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